| Punto n.1185 del 04-07-2025 |
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Dall'ultimo numero in edicola (n.1185)
Punto di Montecchio n.1184 del 27-06-2025
P. MARIO ZARANTONELLO: IO SONO ANDATO LA’ PERCHE’ LORO NON VENGANO QUA! SECONDA PARTE
Ilario Bari
CONTINUA... Ma poi arriva la guerra civile nel marzo 1991, lunga e sanguinosa a distruggere tutto. I diamanti la causa principale fomentata da un’insoddisfazione e un malessere sociale che covava da tempo. Si prelevavano ragazzi nei villaggi per farli diventare ribelli con azioni cruente e atroci, con la partecipazione dei liberiani, del Burkina Faso, del Malì ed altri in forze minori con tracce di qualche Paese europeo. La disperazione ha messo anche in discussione tutto il bene fatto fin ad allora. I ribelli erano fuori da ogni schema politico, invasati e sanguinari.
“Ho temuto spesso per la mia vita. Quante volte quando i ribelli si avvicinavano alla missione, sono scappato a perdifiato nella foresta, cercando un nascondiglio tra gli alberi ed il fogliame, passando notti insonni. Alcune suore saveriane erano già state prese e usate come scambio prezioso, quando non violentate. Allora intervenne il vescovo ad invitarci ad abbandonare i luoghi di missione, ma io sono sempre stato con la popolazione, perché noi dalla pelle bianca eravamo molto ascoltati nei villaggi e negli organismi internazionali per distribuire del cibo alla gente. E tutto questo è dura... CONTINUA A LEGGERE...
Ilario Bari
CONTINUA... Ma poi arriva la guerra civile nel marzo 1991, lunga e sanguinosa a distruggere tutto. I diamanti la causa principale fomentata da un’insoddisfazione e un malessere sociale che covava da tempo. Si prelevavano ragazzi nei villaggi per farli diventare ribelli con azioni cruente e atroci, con la partecipazione dei liberiani, del Burkina Faso, del Malì ed altri in forze minori con tracce di qualche Paese europeo. La disperazione ha messo anche in discussione tutto il bene fatto fin ad allora. I ribelli erano fuori da ogni schema politico, invasati e sanguinari.
“Ho temuto spesso per la mia vita. Quante volte quando i ribelli si avvicinavano alla missione, sono scappato a perdifiato nella foresta, cercando un nascondiglio tra gli alberi ed il fogliame, passando notti insonni. Alcune suore saveriane erano già state prese e usate come scambio prezioso, quando non violentate. Allora intervenne il vescovo ad invitarci ad abbandonare i luoghi di missione, ma io sono sempre stato con la popolazione, perché noi dalla pelle bianca eravamo molto ascoltati nei villaggi e negli organismi internazionali per distribuire del cibo alla gente. E tutto questo è dura... CONTINUA A LEGGERE...
